mercoledì 23 febbraio 2011

Aridità


é un luogo di passaggio, ai margini della radura. Il vento sbuffa con costanza sui timidi fili d'erba che, lottando, hanno conquistato al deserto un po' di terreno. Uno sciame di mosche si aggira insistente su escrementi lasciati seccare al sole da intrepidi esploratori di una natura impietosa. Si sente un rumore provenire da lontano: è un grido di paura, soffocato appena dopo essere stato emesso. Chi ha paura del presente? Chi chiede aiuto ad un prossimo che non è neppure capace di osservare le proprie orme? i fili d'erba protendono il proprio esile corpo verso la voce tremolante, come in un tentativo di soccorso; anche le mosche interrompono il proprio agitarsi in circolo sui resti di un passato più animato, per orientarsi in gruppo verso il bisognoso. Di nuovo un cupo boato. Le serpi sollevano il capo da un sonno oramai disturbato, si scrollano di dosso il torpore e strisciano sinuose verso l'aguzzino. Il sole ha quasi completato il suo giro intorno alla terra quando uno sparo mette fine all'atmosfera inquieta che aveva riempito l'aria. Tornate a riposo, bestie! è soltanto un altro uomo ammazzato da un proprio simile.

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