domenica 20 febbraio 2011

Poeti si nasce, dottori si diventa


Eccomi qui, dopo un periodo di lunga assenza dalla scrittura! Gli ultimi mesi sono stati davvero tosti, la mia stabilità psicologica è stata provata di continuo, tra simpatici scambi online con la mia relatrice e il doversi confrontare con lo gelido e desolato inverno irpino... ma adesso almeno questa è fatta: sono diventata dottoressa in lingue dell'Asia per la comunicazione internazionale!! tanti auguri a me!! beh,non è che poi mi senta tanto meglio di prima, la preoccupazione per la performance è stata sostituita dapprima dalla rabbia per il risultato - non il massimo a cui aspiravo, causa disistima e stronzaggine di alcuni individui definiti Accademici - e poi da un enorme senso di vuoto interiore e dalla domanda rimbombante che echeggia di continuo nella mia testa: e adesso? che si fa dottoressa-disoccupata? Vorrei poter continuare ad indossare quegli occhiali che il mio grande amico e meraviglioso poeta Mohan mi ha prestato per un pò, continuare ad osservare la realtà con i suoi occhi, vedere macchie di colore tingere ciò che appare sbiadito e poco significativo. Forse con un pò di impegno ce la potrei fare, occorre voler uscire da questo stato di penosa autocommiserazione in cui mi sono calata........ facile, eh? diventare responsabili di se a tutti gli effetti, lasciare la copertina che i miei genitori mi hanno sempre steso addosso per timore che prendessi freddo, è davvero un'eresia! eppure è qualcosa che mi tocca, lasciare il calduccio per il rigido inverno. Forse scoprirò di avere una resistenza al freddo che non consideravo possibile, chissà! Mettersi in gioco, osservare il proprio riflesso in uno specchio con fiducia e profondità. Per scrivere la mia storia devo smettere di pensare a quelle parole sparse sul foglio del tempo che mi disturbano e distraggono: un colpo di gomma, e puf! sparite! si inizia sempre da zero, cercando di non condizionare il presente con il timore che il proprio futuro sia una copia del passato che mi ha traumatizzato! almeno questa lezione l'ho imparata dal mio guru ji, altra cosa è però crederci totalmente e metterla in pratica :(( é a lui che dedico il mio traguardo: grazie, mohan, grazie per aver scorto ciò che giace sepolto dentro di me, quella positività, voglia di vivere, sensibilità che non sempre riesco a esternare! I colori sono troppo forti per i miei occhi, la bellezza del mondo mi disarma e disorienta: ecco che lo stato di ebbrezza che la vita genera è tanto intenso che preferisco indossare delle lenti scure che proteggono e isolano da ciò che è troppo bello e, come un bel fiore profumanto,potrebbe avvizzire e farmi languire nel dolore della sua perdita! Ma la coscienza non resta sempre dormiente, lo stato di sogno perenne in cui vivo a volte si fa più leggero, ed emergono con prepotenza immagini di una realtà straordinaria nella sua semplicità. come la bellezza lineare di questa musica di Bach che fa da sottofondo ai miei pensieri.

Nessun commento:

Posta un commento