giovedì 28 gennaio 2010

Piccole donne crescono: perdersi per sentirsi vivi


Questa e' la storia di una bambina che impara a camminare con le proprie gambe. Questa e' la storia di una bambina che si era sempre rifiutata di crescere e che sta scoprendo che prendersi un po' di responsabilita' non e' poi cosi' male. La bambina cade, si fa male, piange, ma poi si rialza e con un sorriso continua a percorrere la sua strada. Non e' una strada rettilinea, anche se passeggia spesso su Hill road :) ma e' un intrico di viali che si intersecano per poi apparire indistinguibili. A scuola ci hanno sempre ripetuto di non deviare dalla retta via, di non lasciarci avvolgere dalle tenebre dell'ignoto...[citando Dante: nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura, che la dritta via era smarrita]..ma l'ignoto deve sempre provocare tanta paura e diffidenza?? La bambina si sente stimolata dalle scoperte, dall'incontrare personaggi rocamboleschi che condividono con lei la propria arte di arrangiarsi. Niente e' piu' frustrante di trovare vicoli ciechi che rallentano il proprio procedere, ma di sicuro non e' un muro di cemento a poter annacquare la voglia di mettersi in duiscussione che la bambina ha ben radicata dentro di se'.
Accettare cio' che la giornata riserva e' piuttosto frustrante; vivere degli attimi di solitudine e incomprensione quando fuori il mormorio non cessa fa davvero incazzare...eppure sono lezioni di vita, la bambina diventa una giovane donna, la larva si trasforma in una farfalla. Cosa resta da dire? bisogna non cadere in trappola, non dare ascolto a chi vede le cose solo in bianco e nero. La malinconia dovrebbe essere accettata come il completamento di cio' che procura entusiasmo. Sto diventando la scrittrice di me stessa, sono un personaggio che si agita sulle pagine di un romanzo appena all'inizio. Le cancellature sulla pagina sono innumerevoli, ma il messaggio che voglio trasmettere a me, e poi a chi mi conosce, non puo' essere frainteso. Perche'? perche' ognuno vi puo' vedere quello di cui ha bisogno per continuare a camminare, passo dopo passo, senza contare i chilometri che ci separano da una meta che esiste solo nella nostra mente. Il viaggio rende vivi, il pensiero di arrivare non fa altro che tacitare le insicurezze di una mente che rumina su se stessa.